Quinoa: considerazioni generali sulla campagna 2017

Giunti alla conclusione di questo 2017 è ora di fare un bilancio di un anno che, specialmente dal punto di vista climatico, ci ha riservato non poche sorprese. Allo stesso tempo ci ha però permesso di osservare il comportamento della quinoa in condizioni a dir poco estreme.

La varietà  Regalona è stata testata quest’anno in diverse zone d’Italia, con tecniche di semina diverse su terreni con composizioni differenti ed altitudini che variano dal livello del mare fino ai 900mt  s.l.m..

Il 2017, dal punto di vista produttivo ci ha fornito molte conferme su comportamenti già osservati dai test realizzati negli anni passati, ma anche notevoli (e positive) sorprese. Aver potuto osservare il comportamento della pianta in differenti condizioni, a differenti latitudini ed altitudini, ci ha dato modo di poter formulare una sorta di “analisi della sensibilità” riguardante i fattori che maggiormente influenzano la coltivazione.

Procediamo con ordine. I fattori che sono stati presi in considerazione, in base alle osservazioni di un campione di aziende che ha realizzato i test sono state: a) Altitudine b) tipologia di terreno c) epoca di semina d) metodo di semina e) Epoca a consistenza delle precipitazioni f) Attacchi di parassiti.

  1. Altitudine: abbiamo potuto constatare che l’altitudine, almeno fino agli 800 m s.l.m. non influenza particolarmente lo sviluppo e la produzione.
  2. Tipologia di terreno: come già constatato in precedenza, i terreni eccessivamente limosi o i terreni che, in generale, tendono a creare una crosta superficiale, mettono a rischio l’emergenza della pianta. In ogni caso, esclusa questa criticità, la pianta ha dimostrato di adattarsi bene a tutti i terreni. Non sono state realizzate analisi sui terreni, pertanto non si hanno dati scientifici. Anche i terreni estremamente sabbiosi sono da evitare in quanto, dopo un’emergenza ed una prima fase vegetativa eccezionale, con l’arrivo del caldo la pianta soffre l’eccessiva evaporazione dell’umidità dal suolo. Su questa tipologia di terreni sarebbe necessario irrigare almeno in prefioritura e nella fase di riempimento del chicco.
  3. Epoca di semina: L’epoca di semina è sicuramente uno dei fattori determinanti. Esso è indubbiamente condizionato dall’altitudine e dalla latitudine ma, generalmente, abbiamo potuto osservare che anticipare al massimo la semina consente di ridurre il rischio di attacchi da Altica nella fase di emergenza (il parassita attacca quando le temperature iniziano a salire) ed aumenta le probabilità di precipitazioni in fase di pre-emergenza. Abbiamo inoltre potuto osservare come le gelate (fino -3°C) non abbiano provocato alcun danno alla pianta (pianta con 6 foglie vere). Riteniamo quindi importante anticipare al massimo la semina, anche fino al 20/25 febbraio nelle zone pianeggianti e collinari dell’Italia meridionale e nelle zone collinari costiere nel centro Italia. In ogni caso, condizioni climatiche e possibilità di lavorare i terreni permettendo, ad altitudini inferiori ai 600 metri, è opportuno seminare entro fine marzo.
  4. Metodo di semina: Le principali differenze tra la semina di precisione e la semina a fila continua (o a spaglio) risiedono nella gestione delle infestanti e nello spazio a disposizione della pianta per svilupparsi. La scelta tra l’uno o l’altro metodo è spesso determinata dai macchinari che si hanno a disposizione. Per la semina di precisione, oltre ad una seminatrice idonea, è necessario disporre di una sarchiatrice con la quale effettuare almeno 1 o 2 passaggi. Questo metodo, offre alla pianta la possibilità di svilupparsi maggiormente potendo sfruttare il maggior spazio a disposizione, quindi si avrà una densità minore, ma con una maggior produzione di seme per pianta. La presenza di infestanti tra le file sarà ovviamente più agguerrita, almeno nei primi 40/60 giorni. La semina con seminatrice tradizionale a fila continua o a spaglio, richiede maggior abilità da parte dell’operatore che deve essere abile innanzitutto a calibrare la dose di seme (tenendo conto che la dose ideale è di circa 10 kg/ha) oltre che a dare uniformità e giusta profondità al seme. Nella nostra azienda, quest’anno per quanto riguarda la semina a fila continua, abbiamo provato un metodo di semina leggermente diverso da quello illustrato nell’articolo “La coltivazione della Quinoa”, per maggiori dettagli rimandiamo all’articolo “Quinoa: prove di coltivazione in campo aperto”
  5. Epoca e quantità delle precipitazioni: Il 2017 ci ha confermato la grande resistenza della quinoa alla siccità. La quinoa che abbiamo seminato in Maremma il 16 marzo, è giunta a maturazione senza precipitazioni né interventi di irrigazione. Ovviamente la dimensione del seme, e di conseguenza il peso ed i quantitativi prodotti, ne hanno risentito, ma è stata l’unica pianta capace di superare il caldo e la siccità senza interventi d’irrigazione. I migliori risultati si sono avuti sugli appezzamenti che hanno ricevuto precipitazioni (15/30 mm) nel periodo pre-emergenza (nella prima settimana dopo la semina) e nel periodo precedente alla fioritura. Questo è uno dei motivi per i quali riteniamo che sia utile anticipare al massimo il periodo di semina. Avendo disponibilità di acqua, si consiglia una buona irrigazione subito dopo la semina.

Attacchi di parassiti: Quest’anno il caldo ha favorito molto i parassiti, che hanno rappresentato un problema soprattutto per le semine tardive (a partire da aprile). L’altica è stato senza dubbio il principale problema anche sui nostri appezzamenti in Maremma, è stata bloccata dalle gelate del 19/20 e 21 aprile che non hanno però causato alcun danno alla quinoa. Nel nord Italia si sono avuti problemi legati alla presenza di cimici ed afidi nel periodo successivo alla fioritura. Per quanto riguarda l’altica, il rimedio migliore, al momento, è sicuramente la semina anticipata, non esistendo prodotti registrati sulla quinoa.

L’epoca di semina ed il volume delle precipitazioni nel periodo di pre-emergenza, come si nota dalle foto in questo articolo, incidono notevolmente sull’omogeneità delle piante. Per quanto riguarda le rese, gli appezzamenti presi in considerazione, hanno mostrato rese molto variabili, anche se generalmente basse (tra i 800 ed i 1500 Kg/Ha). Su nessuno degli appezzamenti presi in considerazione si è intervenuti con irrigazioni, pertanto le rese sotto la media, sono sicuramente da imputare alle scarse (o assenti precipitazioni). Le rese più alte si sono avute sugli appezzamenti seminati entro il 20 marzo (con notevole differenza tra quelle coltivazioni che hanno avuto delle piogge durante i primi 7/10 giorni dalla semina). La siccità ha avuto effetti negativi soprattutto sulla dimensione del seme.