Siccità e cambiamenti climatici: la quinoa è un’opportunità

L’Italia e l’Europa stanno subendo in maniera sdevastante l’effetto dei cambiamenti climatici ed il settore che inevitabilmente ne risulta più colpito è senza dubbio quello agricolo. Nell’ultimo decennio abbiamo assistito spesso a lunghi periodi di siccità, basti pensare al biennio 2016-2017, quando alcune zone del centro Italia vissero un periodo di siccità interminabile, situazione che si sta ripetendo nell’ultimo biennio al nord.

In questo periodo la situazione al nord è probabilmente ancora più critica, dopo un 2022 che, oltre ad una siccità logorante, ha esposto l’Italia (e l’Europa in generale) a temperature altissime in una stagione estiva quasi eterna, iniziata a marzo e terminata ad ottobre che ha messo in ginocchio molte aziende. Il fenomeno è stato particolarmente sentito al nord Italia dove l’acqua per l’irrigazione è stata razionalizzata e dove tradizionalmente si coltivano specie a più alto fabbisogno idrico come il mais e la soia.

Purtroppo, per la stagione 2023 i segnali non sono assolutamente incoraggianti, l’inverno è stato estremamente siccitoso, e anche sulle montagne le precipitazioni nevose sono state ai minimi storici. Questo fa prevedere una stagione primaverile-estiva forse più critica di quella vissuta nel 2022. Di fronte ad un panorama che si preannuncia preoccupante per le colture tradizionali si va alla ricerca di colture a basso fabbisogno idrico, tolleranti alla siccità e che riescano ad adattarsi anche a condizioni climatiche più difficili.

Questo è senza dubbio il caso degli pseudocereali, in particolar modo la quinoa. Questa coltura, che non richiede interventi di irrigazione, se non un irrigazione di soccorso in caso di siccità estrema (come il 2022), rappresenta senza dubbio un’opportunità per le aziende agricole alla ricerca di un’alternativa produttiva valida. L’esperienza degli ultimi anni ha dimostrato che essa offre ottimi risultati al nord Italia e la sua produzione sta crescendo costantemente dal 2017 in tutto il paese, ma in particolar modo in tutta l’area settentrionale, dal Piemonte al Friuli. La coltivazione di quinoa si sta sviluppando no solo come alternativa alle colture classiche, ma anche come interessante coltura intercalare nelle rotazioni per le aziende biologiche, in particolar modo per le aziende risicole piemontesi e lombarde.

Fortunatamente, fino ad oggi la crescita della produzione è supportata da un aumento della domanda di quinoa italiana che negli ultimi anni sta superando l’offerta. E se fino al 2020 la domanda era limitata esclusivamente al prodotto Biologico, nell’ultimo biennio si è assistito ad un aumento del consumo anche di quinoa convenzionale italiana.

Le abbondanti piogge hanno avuto un duplice effetto negativo sulla pianta, da un lato hanno causato danni dovuti al ristagno in alcune zone, dall’altro hanno provocato importanti attacchi di peronospora. La varietà più colpita dalla peronospora è stata la Regalona Baer, la Puno non è stata invece attaccata (la varietà risulta infatti essere tollerante alla peronospora e particolarmente adatta ad aree umide). La peronospora si è sviluppato a macchia di leopardo, manifestandosi in maniera più intensa nelle zone nelle quali il terreno ha trattenuto maggiormente l’acqua. È però importante sottolineare che l’effetto della peronospora sulla quinoa non è così devastante come su altre colture, rimanendo soltanto sulle foglie basali, ha però l’effetto di rallentare lo sviluppo della pianta. Le foto seguenti mostrano come la peronospora con lo sviluppo della pianta e l’nnalzamento delle temperature non lasci quasi nessuna traccia.

“Dove acquistare sementi di quinoa?”

“Dove acquistare sementi di quinoa?”

Ad oggi la quinoa è una coltura che ha due tipologie di mercato per le aziende agricole: la commercializzazione diretta del prodotto lavorato (vale a dire selezionato e pronto al consumo) o la commercializzazione del prodotto in natura su filiera. La commercializzazione diretta richiede ovviamente maggior organizzazione da parte dell’azienda agricola e d è sicuramente un percorso più complesso che richiede macchinari per la pulizia e per la selezione del prodotto. Nel caso in cui si scelga di coltivare varietà con saponina (Cosa sono le saponine? Leggi l’articolo) sarebbe necessario un processo di rimozione di questa sostanza prima di commercializzarla. La filiera è sicuramente la soluzione a portata di mano di tutte le aziende, indipendentemente dalle loro dimensioni, e che consente di vendere il prodotto in natura, evitando di farsi carico di tutte le operazioni di pulizia e selezione, compreso la rimozione della saponina laddove necessaria. In ogni caso, per aziende agricole che hanno come obiettivo la commercializzazione diretta del prodotto, consigliamo varietà senza saponina.

“Contratti di filiera per
la coltivazione di quinoa”

“Contratti di filiera per
la coltivazione di quinoa”

La quinoa è una coltura primaverile che si semina da fine febbraio a fine marzo (al centro sud) e da inizio marzo a metà aprile (al centro-nord). Al nord ci si può spingere anche oltre metà aprile, in quel caso, potrebbe essere conveniente un leggero intervento di irrigazione subito dopo la semina per favorire l’emergenza e soprattutto un rapido sviluppo nella primissima fase. La raccolta avviene normalmente tra fine di luglio e metà agosto.

La quinoa non è la sola valida alternativa alle coltivazioni classiche, vi sono indubbiamente altre colture emergenti, definite spesso “superfood”, come alcuni pseudo-cerali, in particolar modo l’amaranto e cerali minori come il teff. Ad oggi crediamo che la quinoa rappresenti però un’opportunità più interessante a breve termine, soprattutto dal punto di vista commerciale perché gode di una filiera già operativa e collaudata. L’amaranto ed il Teff sono sicuramente molto interessanti per quelle aziende agricole che dispongono di propri canali commerciali. Tuttoquinoa ha a disposizione sementi di amaranto e di teff.

Il Teff merita comunque un breve approfondimento perché, oltre alla commercializzazione della granella, risulta essere una coltura ottima come foraggio. Numerose aziende zootecniche stanno coltivando teff in quanto, oltre ad essere molto produttivo (garantisce due sfalci), ha dei valori nutrizionali ottimi ed offre un fieno lungo e fino. Anche dopo la raccolta della granella, la paglia viene utilizzata come fieno, ovviamente con valori nutrizionali inferiori rispetto al fieno prodotto dallo sfalcio delle pianta in prefioritura. In Andalusia la paglia di Teff è particolarmente richiesta come fieno per i cavalli.

“La coltivazione del Teff”

“La coltivazione del Teff”

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